14 febbraio 1960 – 14 febbraio 2020
La storia della Cantina
I paesaggi vitivinicoli del Monferrato, iscritti alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, dal 22 giugno 2014, rappresentano uno straordinario esempio di interazione tra societa’ e ambiente, manifestatasi ininterrottamente per due millenni: nel corso dei secoli i vigneti, gli insediamenti e le forme di vita sociale hanno saputo integrarsi dando vita ad un paesaggio vivente dove ogni trasformazione deriva dalla determinazione dell’uomo nell’ottimizzare forma, contenuti e funzioni in relazione alla viticoltura e alla produzione del vino. La coltivazione della vite si e’ specializzata sulla base di una progressiva conoscenza delle condizioni pedo-climatiche e dei vitigni locali; il ciclo produttivo si e’ evoluto tra rispetto della tradizione e sapiente sfruttamento delle risorse fornite da un ambiente anticamente vocato alla lavorazione delle uve.
Il legame tra la coltura della vite e la produzione di vino si pone alla base dell’alto livello di perfezione raggiunto dalla sinergia tra ambiente e uomo che, insieme, hanno formato un paesaggio in continua evoluzione. Qui l’uomo ha saputo integrare una moderna e variegata rete di diffusione del vino che ha conservato un’alta qualita’ estetica. Infatti questo paesaggio si connota anche per l’armonica convivenza tra i vigneti disposti a girapoggio e le diverse forme insediative, stratificatesi nel tempo, dove ancora oggi e’ radicata l’intera filiera vitivinicola. E’ proprio l’immagine fatta di piccoli villaggi di altura segnalati a distanza dal volume di castelli, chiese e torri svettanti tra i filari a rappresentare in modo evocativo questi paesaggi in tutto il mondo.
“Il Monferrato degli Infernot” completa il palinsesto di architettura vernacolare legata al ciclo del vino. In quest’area si concentrano infatti gli infernot, piccoli vani ipogei scavati con estrema perizia in un particolare materiale lapideo (la Pietra da Cantoni) che caratterizza il sostrato geologico di una specifica parte del Monferrato, utilizzati per la conservazione domestica delle bottiglie, che trovano espressione in queste forme unicamente nel territorio del Basso Monferrato. Questi manufatti rappresentano una straordinaria testimonianza del sapere popolare e dell’integrazione tra necessita’ funzionali e perizia costruttiva di grande impatto.